Eric Clapton contro gli Oasis: “Arroganti e irresponsabili, mi fanno schifo”

Nella metà degli anni ’90, mentre l’Inghilterra torna al centro della scena musicale mondiale con una nuova ondata di artisti e band che spaziano dal rock all’elettronica, dal pop al nascente trip-hop, Eric Clapton non rimane in silenzio. Interpellato in merito alla rinascita del sound britannico, Slowhand offre un giudizio netto e senza filtri: “Mi piacciono i Radiohead e Tricky. Per quanto riguarda le rock band come gli Oasis, hanno un atteggiamento sprezzante e presuntuoso che mi nausea”.

Le parole di Clapton, celebre per la sua franchezza e i suoi giudizi taglienti, non sorprendono chi conosce il suo percorso. Chitarrista leggendario, ha segnato la storia del rock sin dagli anni ’60, prima con gli Yardbirds, poi con i Cream, i Blind Faith e i Derek & the Dominos, fino alla sua carriera solista, iniziata nei primi anni ’70 e diventata fonte di ispirazione per decine di musicisti inglesi delle generazioni successive.

Il suo attacco agli Oasis, e in particolare ai fratelli Noel e Liam Gallagher, nasce più da un dissenso etico e comportamentale che da una critica musicale. Clapton accusa il duo di avere un comportamento irresponsabile, distante dai valori che un artista dovrebbe rappresentare. “Mi ci sono voluti quasi trent’anni, e la morte di amici come Janis Joplin, per capire che come artista ho una responsabilità verso la società e le nuove generazioni. Speravo che band giovani come gli Oasis avessero imparato dagli errori che ha commesso la mia generazione. Invece sono irresponsabili ed arroganti. Si comportano da teppisti e per questo mi fanno schifo”.

Nonostante la durezza del tono, le parole di Clapton si leggono anche come un avvertimento, un tentativo di spingere le nuove leve del rock a riflettere su ciò che significa davvero essere artisti. Nel contesto di un’epoca segnata dal ritorno dell’identità britannica in musica, con band che rivendicano l’essenza UK in ogni nota, il monito di una leggenda come Clapton suona come un’eco del passato, ma anche come una lezione ancora attuale.