Napoli | Maxi condanna al Clan Soraniello: 370 anni di carcere

Napoli | Maxi condanna al Clan Soraniello: 370 anni di carcere

Nel processo al clan Soraniello, ventisei imputati sono stati complessivamente condannati a 370 anni di reclusione. È stata una giornata storica, in cui la giustizia ha finalmente riconosciuto l’esistenza della fazione camorristica attiva tra il Rione Traiano e Soccavo.

La sentenza è stata pronunciata nell’aula bunker del carcere di Poggioreale dal giudice Gabriella Logozzo, al termine di un processo di primo grado celebrato con rito abbreviato.

Secondo gli investigatori, il gruppo ha avuto come fondatori Alfredo Soraniello e il suo cognato, Giuseppe Mazzaccaro, entrambi condannati a vent’anni di reclusione. Sono stati riconosciuti reati di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti, possesso illegale di armi utilizzate per la vigilanza armata delle piazze di spaccio e per le intimidazioni.

Il giudice ha anche riconosciuto la continuazione del reato nei confronti di Simone Cimarelli (difeso dagli avvocati Leopoldo Perone e Nicola Pomponio), Raffaele Caprio e Carmine Fenderico, condannati rispettivamente a 19 anni e 7 mesi, 20 anni e 20 anni di carcere. Queste condanne sono legate all’omicidio di Desmond Oviamwonyi e al tentato omicidio di Morris Joe Iadhosa, avvenuti a Castel Volturno il 10 settembre 2020. Le vittime sono state attaccate durante un raid scatenato in seguito al sospetto furto di una partita di droga (marijuana e cocaina), del valore di 40.000 euro, dalla piazza di spaccio “della 99”, situata nel complesso abitativo omonimo del Rione Traiano.

Il collegio difensivo, tra gli altri, è stato composto dagli avvocati Luca Mottola, Claudio D’Avino, Salvatore Landolfi, Bruno Carafa, Salvatore Impraddice, Giovanni Esposito Fariello, Carmela Esposito e Domenico Dello Iacono.